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Autobiografia di Masashi Kishimoto

IL MONDO DI MASASHI KISHIMOTO: La biografia - ventisettesima parte


Ero riuscito a fare il grande passo verso il manga professionistico vincendo il premio dei debuttanti di "Jump" a cui ambivo così tanto. Ero felicissimo, considerando il fatto che avevo ottenuto un mio editor personale oltre ad aver incassato i 200.000 yen del premio. Intanto decisi di mettere da parte con cura i soldi vinti. All'epoca non avevo molto denaro ed ero uno studente che riusciva a malapena a comprare i colori a olio, specialmente quel colore blu che adoravo così tanto... quello era carissimo! Se mi ricordo bene, un tubetto costava 2.000 yen. Visto che cercavo di risparmiare sul colore, lo allungavo parecchio con l'olio neutro, e ovviamente c'era una differenza nell’impatto tra i miei disegni e quelli di uno studente che usava il colore a volontà. Quindi era consuetudine che il mio professore mi dicesse che i miei disegni erano leggeri e che avrei dovuto rinforzarli per ottenere un impatto. Nel peggiore dei casi diceva: "Credo che tu non stia facendo sul serio". Oppure "Impiega più tempo e utilizza più colore. Ce n'è troppo poco!". Il docente non pensava al portafogli dello studente. Gli avrei voluto rispondere: "Che ci posso fare se non ho la possibilità di comprare il colore?!", ma a dire il vero non mi importava... non nutrivo molto interesse nella pittura, capace soltanto di ciucciare un sacco di denaro. Se avessi avuto quei soldi, sarei andato a vedere un film, probabilmente più utile per realizzare i manga. E difatti facevo realmente così.


A me piace la pittura, ma quello che ho imparato all'università è che l'arte è una cosa abbastanza sciocca. Si disegna come si vuole, esprimendo qualcosa dentro se stessi. Comunicare i propri sentimenti fa parte dell'arte, ma in realtà è un'impresa impossibile perchè si tratta di sensazioni troppo astratte, e così bisogna affidarsi a una spiegazione, piuttosto che a un titolo. Un giorno il mio docente principale ha portato una foto di un suo elaborato, vantandosi di aver aperto una mostra e di aver venduto qualche quadro. Io ho pensato: "Se vuoi che i tuoi quadri vengano apprezzati, prova a fare qualcosa con l'intrattenimento!". Sono proprio questi i docenti che criticano il manga e pongono al vertice il mondo della pittura. Chi eleva l'arte disprezzando l'intrattenimento è colui che, più di tutti, vuole vendere i propri quadri ed essere apprezzato. Io penso che se qualcuno vuole creare davvero dell'arte, lo debba fare per fini propri. E' ovvio che un quadro che è stato disegnato con il desiderio di esprimere se stessi possa essere considerato arte, ma una volta che si pensa di vederlo in carriera, si sta gia puntando all'intrattenimento. Il peggior intrattenimento è il disegno fatto da chi vuole sfondare come pittore, ma non riuscendo a sopravvivere soltanto con la pittura, si mette a fare il docente d'arte, criticando inoltre il mondo del manga (che è intrattenimento). Io penso che il manga sia una forma di intrattenimento di alto livello, visto che si riesce a esprimere se stessi attraverso i dialoghi, le vignette e i personaggi. Inoltre il manga costa poco, perchè necessita soltanto di inchiostro. Anche a me piace l'arte e ammiro le persone che la fanno. E' solo che un artista che prova a paragonare l'arte con l'intrattenimento è una persona pericolosa. Costoro non sono né artisti, né intrattenitori, sono soltanto delle merde... ops! Non avevo intenzione di scrivere tutto questo, ma si vede che mi è venuta fuori la rabbia del passato... ahahah!

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