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Autobiografia di Masashi Kishimoto

IL MONDO DI MASASHI KISHIMOTO: La biografia - ventinovesima parte


Nella ventisettesima e ventottesima parte ho scritto delle cose un po’ da maniaco, ma questa volta narrerò una storia emozionante.
Subito dopo che "Karakuri" fu premiato al concorso "Hop Step", il mio redattore, il signor Yahagi, mi disse di preparare una bozza per un nuovo manga.
Una volta visto il mio disastroso manga "Michikusa", il signor Yahagi si mise a ridere dicendo che non era un manga per ragazzi. Mi venne spontaneo dire che era un flop.
Il suono di questa parola mi diceva ed ero un debuttante masochista che provava gusto nel pronunciarla.
Di seguito il signor Yahagi mi propose di creare un titolo con delle scene di combattimento, più sullo stile dei manga per ragazzi. Mi ero gasato nel cercare di accontentare questa sua proposta, così pensai a una nuova versione di "Karakuri". Effettivamente è difficile trovare interesse in una storia come "Michikusa", incentrata su dei ragazzi delle elementari che bighellonano... quando ero stupido! A quel tempo non capivo niente!
Realizzai la nuova versione di "Karakuri" e le spedii incrociando le dita. La reazione del signor Yahagi fu questa: "Non si capisce il senso! Ahahahah!", e io: "Allora... è un flop...". Non ero riuscito a soddisfare le aspettative del signor Yahagi. Adesso non ero più esaltato, ma depresso. La realtà si era rivelata molto crudele.
In seguito, dal signor Yahagi mi arrivò una lettera di due pagine in cui mi illustrava i punti e trucchetti per realizzare bene i manga. Leggendo la frase in fondo alla lettera, mi scesero delle lacrime:
Tu hai talento. Forza, vai avanti così!
Anche se era una bugia, ero felicissimo! Ero ancora piuttosto depresso, ma mi era tornata la voglia di provarci fino in fondo! Subito dopo lavorai a una nuova bozza. Il signor Yahagi venne a incontrarmi di persona (fino a Kyushu) e io lo ricevetti esaltatissimo. Avevo scritto questa nuova bozza con il morale altissimo, dicendo a me stesso che non avrei sprecato quelle lacrime di commozione! Lui lesse il manga e il suo commento fu: "Questo non è un manga". Non potei replicare.
In seguito rimasi depresso in molte altre occasioni, ma ogni volta bastava rileggermi la frase finale della lettera. E' una lettura speciale che ancora oggi rileggo e conservo con cura.

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